Continuo con il recupero dei viaggi rimasti indietro…
Gennaio 2017 è la volta del Kerala.
Viaggio proposto da Jordi, il fotografo con cui ho fatto ormai tanti viaggi (ovviamente fotografici).
Ricordo che all’inizio ero un po’ scettico sulla meta però poi ha vinto la voglia di tornare a fare un viaggio fotografico e così ho deciso di partire.
La decisione era ormai presa ma comunque mi ha poi un po’ rassicurato la descrizione che fa la Lonely Planet del Kerala: “L’essenza del Kerala, uno stretto lembo di terra nel profondo sud dell’India, è il suo paesaggio: quasi 600 km di coste e spiagge meravigliose affacciate sul Mare Arabico, una languida rete di backwaters e distese di piantagioni di tè e spezie che ammantano le alture dei Ghati occidentali.
Anche solo ritrovarsi in una natura tanto rigogliosa ha il potere rasserenante di un massaggio ayurvedico e induce a rallentare il passo. Il Kerala sembra lontano anni luce dalla frenesia tipica delle altre regioni indiane, come se l’India si fosse trasformata nel regno della serenità.
È dunque facile intuire perché il Kerala venga soprannominato ‘il paese di Dio’.”
È la mia prima volta con Emirates, la prima tappa è Dubai dove incontrerò i miei due compagni di viaggio, Jordi invece è già in India e ci aspetta lì.
Al gate del volo per Cochin, trovo i miei compagni dei prossimi giorni.
Con una certa sorpresa apprendo che non sono appassionati di fotografia ma di video. Mi mancherà un po’ il confronto con altri fotografi ma pazienza.
Comunque, di fotografo c’è sempre Jordi però lui è il “maestro” …
I due voli con Emirates mi soddisfano, veramente un’ottima compagnia.
Secondo me c’è però un neo, almeno per le tratte dall’Italia all’India, convinzione che i viaggi analoghi che farò dopo questo mi confermeranno.
Il problema è dato dagli orari dei voli: si parte dall’Italia nel primo pomeriggio e si arriva a Dubai in piena notte (considerando il fuso ovviamente). Di fatto però questo primo volo è diurno, non c’è molta voglia di dormire e comunque non è che ce ne sia poi così tanto tempo: da Roma ci vogliono "solo" 5 ore e trenta.
Si arriva dunque a Dubai un po’ prima di mezzanotte per poi ripartire circa tre ore dopo. Il secondo volo è ormai notturno, peccato però che duri poco, meno di quattro ore una parte delle quali se ne va per servire almeno un pasto. Insomma, è ben difficile dormire più di tanto.
La cosa positiva, però, è che si arriva a destinazione di buon mattino e si ha a disposizione tutta la giornata anche se è una giornata un po’ da “zombie” …
All’arrivo a Cochin ci metto un sacco di tempo a passare il controllo dei passaporti perché sembra che il nome dell’hotel dove alloggeremo non vada bene all’addetto al controllo. Alla fine, mi fa bassare. Boh!
Fuori troviamo Jordi che ci porta in città al nostro hotel. Alle 10,30 siamo di nuovo fuori per un primo giro esplorativo.
Con un piccolo traghetto ci spostiamo verso la zona nord est del lungomare.
Qui cominciamo con un “assaggio” alle famose reti da pesca cinesi.
Si tratta della principale attrazione di Cochin (chiamata anche Kochi). Sono reti molto, molto grandi distribuite, in postazioni fisse, sul lungomare. La struttura, molto elegante, è fatta di bambù, pali di tek e, naturalmente, molte corde.
Sono in uso da oltre 500 anni introdotte dai portoghesi di Macao o, secondo un’altra versione, da un esploratore cinese.
Per manovrarle servono almeno quattro uomini e si possono usare solo con l’alta marea, tutto questo sta rendendo il loro utilizzo purtroppo sempre meno vantaggioso e, rispetto ai tempi passati, ne rimangono sempre meno.
Adesso la marea è bassa e quindi le reti non sono in funzione, c’è solo un po’ di attività di manutenzione, torneremo al tramonto.
Giriamo un po’ sulla spiaggia e poi tra le bancarelle e nel mercato del pesce quindi ce ne andiamo a mangiare qualcosa.
Sarà un pranzo molto faticoso perché faccio una grande fatica a tenere gli occhi aperti.
Fortunatamente dopo torniamo in albergo per un sonnellino.
Alle 17 siamo di nuovo pronti a partire ma, per buona sorte mentre siamo ancora nella hall, viene giù un diluvio. Dopo un po’ smette di piovere e torniamo nella zona delle reti cinesi dove riusciamo a vedere i pescatori all’opera. È uno spettacolo affascinante, quasi ipnotico.
Purtroppo, non è accompagnato dai colori del tramonto perché il cielo è rimasto coperto.
Restiamo comunque a lungo ad osservare il movimento delle reti e dei contrappesi che servono per calarle e risollevarle, poi ci spostiamo più in là a seguire per un po’ uno spettacolino musicale.
Quindi una buona cena e finalmente a letto per una dormita un po’ più sostanziosa!![]()