Continua il recupero di foto da sviluppare/diari dei viaggi rimasti in arretrati: stavolta tocca al Giappone, fine marzo del 2017.
Il Giappone non mi aveva mai ispirato tanto e quindi non l’avevo certo ai primi posti dei luoghi da vedere.
Però, a maggio del 2016, una coppia di amici ci ha chiesto se ci andasse di organizzare un viaggio proprio lì insieme a loro. Ho accettato a patto però di andare nel periodo della fioritura dei ciliegi.
E così, con ampio anticipo, è cominciata la fase di programmazione.
Nell’attesa di trovare dei voli a prezzi buoni o almeno accettabili, ho cominciato a studiare e ho trovato, come al solito, molte idee dalla lettura qui su FV dei diari di chi c’era già stato. Ma soprattutto mi hanno aiutato i tanti amici di FV che hanno risposto alle domande che via, via mi venivano in mente.
Ad un certo punto, anticipando di un giorno la data che avevamo scelto per la partenza, ho trovato un prezzo più che accettabile: 561,51 euro A/R Roma-Tokyo, volo diretto con Alitalia.
Una volta presi i voli la programmazione è entrata nella fase più concreta, abbiamo scartato la zona del monte Koya che mi stimolava abbastanza perché richiedeva troppo tempo per gli spostamenti, rinunciato al monte Fuji a vantaggio di una notte a Miyajima e alla fine l’itinerario si è consolidato.
Qualche tempo prima della partenza sono andato alla H.I.S., un tour operator giapponese, che ha una sede a Roma per acquistare, ritirandolo direttamente, il JRP per tutti e quattro e per prenotare alcuni spostamenti n bus.
Ho anche prenotato tramite loro un “pocket WI-FI”.
Era ormai più o meno tutto pronto e le previsioni sulla fioritura visibili sui siti dedicati al "Cherry Blossom Forecast" erano abbastanza confortanti, quando una compagna di palestra di Alda le ha fatto cadere un peso da due kg sull'alluce.
La sera stessa, visto che il dolore era forte, siamo andati al pronto soccorso le hanno diagnosticato una piccola frattura alla base dell'unghia. Secondo il medico sarebbe potuta partire lo stesso, però abbiamo passato un paio di giorni in preda ai dubbi. Questo perché il piede le faceva molto male, soprattutto camminando e il programma del viaggio di camminate ne prevedeva un bel po’!
Se fossimo stati solo noi due, probabilmente avremmo deciso di non partire visto che, grazie all’assicurazione sull’annullamento del viaggio che avevo stipulato, almeno non avremmo avuto danni economici.
Però l’assicurazione copriva anche me in quanto coniuge ma non copriva i nostri amici e quindi loro sarebbero stati praticamente obbligati a partire lo stesso ma ci dispiaceva farli andare da soli.
Comunque dopo un paio di giorni il dolore è un po’ diminuito e, contemporaneamente, ho trovato un posto, appena fuori Roma, che vendeva una scarpa ortopedica che faceva proprio al caso nostro, e quindi siamo partiti felicemente, anche se un po’ preoccupati.
Devo dire che la condizione di “infortunata” di Alda ci ha molto agevolato in aeroporto. Un’addetta ci è venuta a prendere con una sedia a rotelle ai banchi del check-in e ci ha fatto saltare tutte le file facendoci passare per percorsi dedicati, sia per il controllo del bagaglio a mano, sia dei passaporti,
Mentre l’aereo si abbassava in vista dell’aeroporto, dai finestrini si vedevano i campi tutti coperti di bianco. Neve???!!! Ma i ciliegi?
Scesi dall’aereo all’aeroporto di Tokyo Narita, troviamo ad attenderci l’equivalente giapponese dell’addetta alle persone con problemi deambulatori.
Diciamo che il livello di professionalità giapponese si è mostrato più elevato. Non che l’addetta italiana abbia assolto male il suo compito, però, per quasi tutto il tempo, è stata a parlare al cellulare mentre spingeva la carrozzella.
Invece la signorina giapponese è stata molto premurosa e ci ha accompagnato aiutandoci nel salone antistante le porte di uscita a trovare il desk del Limousine bus, sistema che avevamo scelto per andare dall’aeroporto al nostro hotel.
Tralasciando i taxi, la scelta per arrivare a Tokyo era tra tre alternative. La prima era prendere il Narita Express, più una metro e un pezzo a piedi, l’abbiamo però scartata perché era conveniente solo se coperta dal JPR che però avevamo deciso di far partire dopo qualche giorno dall’arrivo.
La seconda possibilità prevedeva di prendere la Kaisei Skyliner, fino alla stazione di Nippori, da qui nuovamente metro e un pezzo a piedi.
Alla fine, prima di partire, avevamo scelto il Limousine bus perché, pur a front edi tempi di percorrenza meno certi in relazione al traffico, sembrava la soluzione più comoda perché ci avrebbe lasciato davanti ad un albergo a circa 8 minuti a piedi dal nostro, quindi senza la necessità di prendere una metro carichi di valigie.
E così, cambiato al desk il voucher che avevo acquistato a Roma alla H.I.S., siamo usciti da una delle porte del salone degli arrivi in corrispondenza alla fermata del nostro Limousine bus. L’accoglienza che fa Tokyo non è delle migliori: piove, c’è un forte vento e un termometro indica che ci sono solo 3,1 gradi, brrr…
Dopo una ventina di minuti al freddo arriva il bus che riparte alle 13. C’è molto traffico e ci mettiamo quasi due ore per arrivare alla fermata davanti all’hotel Metropolitan, il punto più vicino al nostro hotel.
Scendiamo e, con l’aiuto di una piantina che mi ero fatto con Google Maps, ci avviamo a piedi. Dopo un po’ che ci trasciniamo dietro le valigie, decido che dovrebbe essere arrivato il momento di prendere una traversa laterale. La direzione è quella giusta però, un ragazzo che mi ha visto intento a studiare la mappa, si offre di accompagnarci fino all’hotel. Non era poi molto lontano, comunque meglio così, è stato gentilissimo.
Prima prova dell’efficienza giapponese, alla reception, oltre alle chiavi delle stanze, ci consegnano un pacchetto contenente il pocket WI-FI che avevo prenotato prima di partire, insieme alle istruzioni e una busta per riconsegnarlo prima di lasciare il Giappone.
Il pocket WI-FI si rivelerà molto utile per tutto il viaggio perché consentirà a tutti e quattro, a patto di non essere troppo lontani dal “portatore” dell’apparecchietto (io), di avere sempre la connessione internet attiva. L’unico neo è che verso le 17 quasi sempre la carica è finita ma ho ovviato al problema con un power bank che mi ero portato appresso.
Dopo esserci sistemati e riposati un attimo, ripartiamo verso le 16,30. Fortunatamente il tempo è migliorato.
Prima tappa alla Ikebukuro Station dove cambiamo i voucher JRP nei tesserini veri e propri. Visto che è gratis, ci facciamo anche prenotare tutti i posti a sedere sui treni che abbiamo pianificato di prendere. Visto che i treni sono tanti, mi riempiono di tagliandini, Compriamo anche le tessere SUICA per utilizzare la metro senza dover fare ogni volta il biglietto.
Sbrigate le “pratiche burocratiche”, cerchiamo di sfruttare quello che resta del pomeriggio e andiamo al sentiero dei ciliegi Chidorigafuchi ryokudo.
Da quello che avevo letto, si tratta di un sentiero di settecento metri che costeggia il Palazzo Imperiale con circa duecentosessanta alberi di ciliegio che, durante la fioritura, formano un tunnel di petali. Particolare importante che avevo letto, nelle sere dalla fine di marzo per tutto ill periodo della fioritura, i ciliegi sono ancora più suggestivi grazie all'illuminazione che viene accesa dopo il tramonto.
Sarà che il 27 marzo non è considerato appartenente alla categoria “fine di marzo”, fatto sta che è tutto buio.
Abbastanza delusi, andiamo al Tokyo Government building e saliamo ad uno degli osservatori. Da qui è possibile vedere un bel panorama delle luci della Tokyo notturna. Peccato per le vetrate che rendono piuttosto difficile fare delle foto decenti, d’altra parte è gratis!
Terminiamo la lunga giornata con una cena in un ristorante di sushi che ci ispira.