La prima parte del diario, quella da Roma alla Turchia, e poi anche la terza, cioè il ritorno dalla Turchia a Roma, si trova qui:
http://www.forumviaggiatori.com/asia...rti-1-3-a.html
In questo topic metto solo la parte relativa ai due paesi caucasici attraversati, Georgia e Armenia, più la puntatina in Nagorno Karabakh. La loro cultura indubbiamente li accomuna più all'Europa che non all'Asia ma geograficamente fanno parte di quest'ultimo continente, visto che la maggior parte del loro territorio si trova a sud della catena montuosa del Caucaso, confine appunto tra Europa e Asia.
Giovedì 2 agosto (372 km, 6:15 h di moto)
Rize (Turchia) - Mestia (Georgia)
Dopo una solitaria colazione in hotel notiamo che fuori c'è un bel sole che ci fa ripensare alla decisione di ieri sera di saltare lo Svaneti. Ricontrollando le previsioni del tempo prima di salire in moto, a differenza di quello che dicevano ieri pare che anche a Mestia ci sia il sole... Vabbè dai, andiamoci! Se non lo facciamo ora potremmo non farcela al ritorno e ci dispiacerebbe molto perderci questa zona.
Riprendiamo la superstrada lungo la costa del mar Nero e in poco più di un'ora siamo alla frontiera con la Georgia. Il passaggio è veloce dal lato turco, nonostante i soliti 4 controlli che già conosciamo dall'ingresso nel paese. Il lato georgiano ha un solo controllo ma il doganiere è molto pignolo e ci mette un sacco a guardare i nostri documenti come se cercasse dei micro-organismi con il microscopio. Quando ci chiede dove siamo diretti e rispondiamo Mestia, si mette quasi a ridere come se fosse una cosa del tutto assurda... Mah, avremo fatto bene a decidere di arrivare fino lì stasera? Lo scopriremo a breve.
Spostiamo anche gli orologi avanti di un'ora: quando entriamo ufficialmente in Georgia sono già le 12!
Appena passata la dogana riesco a fotografare un edificio strano che la caratterizza,
e ci rendiamo subito conto che qui il mare è usato per turismo (in maggioranza locale), infatti c'è abbastanza gente sulla spiaggia.
Passiamo davanti alla fortezza di Gonio, che sembrerebbe interessante ma non abbiamo il tempo di fermarci,
e in breve tempo entriamo nella città di Batumi, capitale della repubblica autonoma dell'Adjari. Infatti questa regione gode di una certa autonomia rispetto al governo centrale georgiano: per fortuna sono riusciti a mettersi d'accordo a differenza dell'Abkhazia che si trova a nord-ovest e che ha proclamato
unilateralmente la propria indipendenza sostenuta dalla Russia.
A Batumi ci troviamo in mezzo ad un traffico pazzesco!! Il navigatore ci porta nel mezzo del casino, e le strade sono anche ridotte abbastanza male, piene di buche e di vere e proprie voragini. Appena vediamo un bancomat ci fermiamo a prelevare un po' di Lari, la moneta locale, e poi proseguiamo nel caos. Meno male che Marco è abituato al traffico di Roma, ma questo è molto peggio!
Man mano che usciamo dal centro per fortuna la situazione si tranquillizza un po' e posso anche godermi gli edifici che ci passano accanto: la maggior parte avrebbe bisogno urgente di essere risistemata, ma lo stile è comunque carino, mi ricordano un po' le case "sudiste" degli USA (che ho visto solo in tv...) in legno, con una balconata / veranda, dai colori pastello... è uno strano parallelo tra la Georgia del vecchio continente e quella americana.
Mentre percorriamo il viale alberato parallelo alla costa vediamo famigliole in passeggiata sotto la "pineta" (non sono pini ma è per dare l'idea), bimbi in ciabatte e costumino, negozietti con l'ombrellone che vendono gelati, insomma siamo proprio in una località di villeggiatura. La cosa continua anche quando si esce da Batumi e si entra in altri paesi lungo la costa, tra uno e l'altro non c'è quasi distacco almeno per qualche km. Dopo un po' invece il paesaggio si fa più ampio e passiamo anche sopra alle foci di vari fiumi che si gettano in mare subito alla nostra sinistra, mentre alla nostra destra ci sono pascoli e colline. Spesso accanto alla strada ci sono venditori di souvenir decisamente kitch o anche solo di cibarie (in particolare fette di anguria, che con questo caldo ci fanno una voglia...)
Non ci vuole molto per renderci conto della peculiarità dei georgiani alla guida: sorpassano come dei pazzi scatenati.Sorpassano in curva, sorpassano chi sta già a sua volta sorpassando, non si fanno problemi di nessun tipo! Però in compenso ci salutano tutti sfanalando o suonando il clacson, sembra proprio che le moto siano una rarità qui e tutti sono contentissimi di vederci!
Altre cose che notiamo sono l'alfabeto locale incomprensibile, il ritorno a chiese e croci invece che moschee e minareti, e soprattutto l'alto numero di mucche che pascolano libere anche sulla strada, sì proprio in mezzo alla strada. Bisogna sempre aspettarsi di trovarne una sdraiata sull'asfalto dietro ogni curva!
Verso le 14 ci fermiamo a mangiare qualcosa comprandolo in un negozietto di alimentari a lato strada che ha anche un tavolino e un paio di sedie con relativo ombrellone davanti all'ingresso. Fa decisamente caldo!
Poi proseguiamo lungo la costa fino a Poti per poi deviare verso l'interno. Passiamo anche accanto ad un cimitero e mi accorgo di quanto siano strani, con delle specie di gazebo che proteggono le tombe.
Il navigatore ci fa passare per stradine di campagna con oche, galline, maiali e capre ai lati della strada, è molto rilassante! Dopo Zugdidi e Jvari la strada inizia a salire tra le montagne, ci stiamo avvicinando al Caucaso!
Ad un certo punto passiamo anche accanto ad un bel lago verde che scopriremo poi essere artificiale, ci sono anche le indicazioni per andare a visitare la grande diga che lo ha formato. La strada continua a salire nella valle sempre più stretta, e segue per un po' il corso di un torrente impetuoso: il traffico si fa quasi inesistente, ogni tanto passiamo in una galleria completamente buia dove si rischia anche di trovare una mucca, ma per lo meno l'asfalto rimane decente per tutto il tempo a parte qualche buca. Ovviamente essendo una strada stretta e piena di curve non possiamo correre troppo ma ci godiamo il paesaggio e il quasi completo isolamento.
Quando siamo quasi arrivati a Mestia vediamo in lontananza dei nuvoloni neri che per fortuna si stanno allontanando, e troviamo la strada un po' bagnata. In pratica stiamo correndo dietro al temporale e siamo parecchio fortunati, l'abbiamo scampato di poco. Finalmente cominciano ad apparire in lontananza le prime case-torri, la costruzione tipica della regione dello Svaneti, e in alto nel cielo ci accoglie un bellissimo doppio arcobaleno: che bello!! Ancora qualche chilometro e siamo arrivati a Mestia!
Sono quasi le 19 e dobbiamo cercare da dormire, quindi ci sbrighiamo a parcheggiare nella piazza principale ed entriamo nell'ufficio turistico. Qui troviamo due ragazzi francesi che stanno organizzando una jeep per domani per andare a Ushguli: ci consultiamo un attimo e decidiamo di abbandonare l'idea di andarci in moto, chiediamo se c'è ancora posto nella jeep e così incredibilmente nel giro di 10 minuti abbiamo sistemato già l'escursione del giorno seguente! Ci dicono che siamo stati fortunati perché di solito trovare una jeep con autista richiede sempre un po' di tempo... Oltretutto a parte i francesi ci saranno altre due persone, quindi il prezzo dell'escursione (piuttosto altino, 200 lari cioè circa 100 euro) verrà diviso per 6, ottimo. Come cogliere la palla al balzo e approfittare delle circostanze che la fortuna ti mette davanti!
A questo punto ci resta solo da trovare da dormire, e non ci sono problemi: all'ufficio turistico hanno una lista di tutte le guest-house del paese, i francesi ce ne suggeriscono una che conoscono e prenotiamo due notti lì. Visto che domani faremo ritorno dall'escursione non prima delle 16 decidiamo di fermarci qui anche domani sera: ci giochiamo subito la giornata "jolly" lasciata libera nella programmazione dell'itinerario (in origine avevamo intenzione di dedicarla eventualmente a un assaggio di Cappadocia verso fine viaggio). Siamo comunque molto contenti di stare qui anche domani, non avrebbe senso essere arrivati a Mestia senza poi vedere Ushguli, e dopo tutte queste giornate pesanti in cui abbiamo macinato km e km in moto, non ci dispiace staccare dalle due ruote per una giornata e avere un po' di tempo per del relax.
Preso appuntamento con i due francesi per domani mattina, andiamo quindi alla nostra guest-house: scopriamo così che tutte le strade di Mestia a parte quella principale sono sterrate e fangose, preferiamo lasciare la moto sulla piazza e andarci a piedi, tanto è tutto molto vicino, il paese è piccolo. Prendiamo possesso della camera (spaziosa ma spartana e senza bagno) e la burbera proprietaria ci dice che la cena (inclusa nel prezzo) di solito viene servita alle 19 ma stasera ci siamo noi due e altre 3 persone arrivate tardi e quindi ci preparerà qualcosa alle 20:30. Perfetto!
La cena viene servita per tutti ad un unico tavolo, con piatti da portata centrali da cui ognuno si prende quello che vuole. Il cibo è ottimo e abbondante e assaggiamo per la prima volta la cucina georgiana, davvero gustosa, con carne, verdure speziate, patate e l'immancabile insalata di pomodori, cetrioli e cipolle!
Chiacchieriamo con i nostri compagni di tavola, due israeliani e un americano, che stanno viaggiando ognuno per conto proprio e ci rendiamo conto che la zona dello Svaneti è famosa per il trekking, non pensavamo che fosse così nota ma invece pare di sì.
Soddisfatto lo stomaco e accordatici per la colazione anticipata domani mattina (normalmente la servono alle 8:30 ma noi dobbiamo essere alle 8 in piazza) torniamo in stanza verso le 22 e ci addormentiamo molto soddisfatti di come si sono sviluppate le cose oggi (cioè della fortuna che abbiamo avuto prima col tempo e poi con il trovare un'escursione bella che organizzata!).