Ve lo posto per tediarvi. Confesso di averlo scritto per altri motivi, ma siccome vi voglio bene ve lo propino....
Da un viaggio nel Tibesti molti anni fa.....
La nostra carovana di auto era composta da 3 vetture. Sulla prima, in testa, of course, il grande capo Ravà con un funzionario governativo e qualche turista, le altre due con autisti e turisti. Era pomeriggio inoltrato e stavamo percorrendo un largo wady quando, dopo un breve meeting, la prima auto s'allontana, se non ricordo male per raggiungere in anticipo il sito del campeggio, dopo un po' perdiamo contatto anche con la seconda vettura e procediamo soli belli tranquilli.
Ad un certo punto, intuiamo più che sentire, un tonfo sordo, un rumore anomalo, la macchina frena di colpo e si ferma. Un po’ sorpresi ma senza preoccupazioni chiediamo a Tanko, il nostro autista nigerino di Bilma, che succede e come risposta otteniamo, nel suo italiano basico ma ottimo francese un: non so bene cosa, ma sparano quindi meglio fermarsi, probabilmente, mai glielo chiesi, aveva visto l’effetto dei colpi, per fortuna d’avvertimento. Aspettiamo un po’, decisamente più preoccupati. Di li a breve si avvicina a fronte un grosso pick up con un voluminoso mitragliatore montato sul cassone con tanto di Tobou ad impugnarlo intabarrato nel tagelmoust . Ad un paio di centinaia di metri da noi, sempre tenendoci sotto tiro, rallenta la corsa fino a fermarsi, si aprono le due portiere. Scendono due Tobou, i quali, usando le portiere come scudo ci puntano due kalashnicov dai finestrini aperti. Con questo strategico assetto percorrono gli ultimi metri a passo d’uomo fino a pararsi fronte a noi. Silenzio di tomba nell’auto, decisamente più preoccupati. In un attimo i due uomini a piedi balzano ai lati dell’auto e infilano i mitra nei finestrini aperti tenendoli a pochi centimetri da noi, urlando in un idioma incomprensibile. Arriva subito quello che sembra essere il capo, che punta nervosamente una pistola in faccia a Tanko anche lui urlando nella stessa lingua. Tanko non si scompone e stando praticamente fermo con le mani bene in vista sul volante cerca di rispondere. Ne nasce una discussione da cui riusciamo a capire che, pur essendo praticamente indistinguibili, i Tuareg e i Tobou, parlano due lingue diverse. Intendiamo solo parole quali, tourist, tuareg, tamashek, Bilma, Niger, Italy. Tanko prova in francese ma senza risultato, questo di francese non sa una parola e probabilmente ai francesi ha sparato addosso fino alla settimana prima. Intanto discute sempre sopratono, nervosamente, agitando l’arma come avesse in mano una penna. Giuro che però non ho paura, mi trovo un kalashnicov ad una spanna dal naso, impugnato da uno straccione nel culo del mondo, ma mi sembra di vivere talmente fuori dalla realtà che sono tranquillo. Intanto la discussione continua, quantificare il tempo è impossibile, adesso ci provano in arabo, Tanko sa quattro parole, l’altro pure. Finalmente, e per farla breve, verificato che eravamo disarmati ed innocui, in qualche modo riescono ad intendersi o per lo meno capiscono che ci sono altre auto più avanti, così il pick up parte all’inseguimento lasciando noi con due piantoni armati, ma per fortuna la tensione si era abbastanza stemperata. Altra attesa. Tanko ci spiega che sono “poliziotti” e che abbiamo saltato un punto dove avremmo dovuto dichiarare il nostro passaggio. Incredibile, non c’era un villaggio, accampamento o qualsiasi prova di vita umana a perdita d’occhio per tutto il tragitto dalla mattina. Poliziotti...... potevano sembrare predoni, ladri, saccheggiatori, banditi, briganti, terroristi, talebani, guerriglieri, ribelli, fedayn, pastori, razziatori, settembre nero, carovanieri, tutto ma non poliziotti, per quanto il termine possa essere applicato in Tchad.
Passa il tempo e finalmente tornano accompagnati dal Ravà bello sorridente. Il malinteso era stato chiarito, seguono strette di mano, sorrisi, pacche sulle spalle, in una frazione di secondo passiamo dallo status di possibili nemici, a quello di ospiti singolari. Infatti ci accompagnano al campo dove già bollono copiose teiere che trangugiamo tutti assieme in un clima di festa. Insomma tarallucci e thè, che di vino li non se ne parla. Cose che capitano in africa dove nulla non è mai un gran problema e comunque è così.
Lascio un pensiero a Tanko, persona notevole sotto l’aspetto professionale ma sopratutto umano, che ha scalato pareti nelle dolomiti e andato in televisione in germania. L’ho rivisto con piacere qualche anno fa ad Agadez e l’ultima notizia di lui ricevuta da un Tuareg di Bilma che ha un negozio etnico a Roma era piuttosto spiacevole. Unitosi ai ribelli Tuareg nell’ultima guerra in Niger è saltato su di una mina restando gravemente ferito alle gambe. Auguri vivissimi di libertà e guarigione.